Cos’è il controllo di gestione nell’azienda vitivinicola?
Intervistiamo Francesco Mangani e Duccio Fagnani, titolari della Duo Consulting, società di consulenza specializzata nel settore vitivinicolo.
Quale è la funzione e l’utilità del controllo di gestione in una azienda di produzione e vendita di vino?
In estrema sintesi, la funzione del controllo di gestione è quella di consentire all’imprenditore vitivinicolo di prendere decisioni in maniera consapevole.
Condurre un’azienda avvalendosi del controllo di gestione significa affiancare alla visione imprenditoriale un set di informazioni che consentano di interpretare oggettivamente ed in qualsiasi momento le performance aziendali.
Si tratta di organizzare i dati per ottenere informazioni relative ai diversi settori che compongono l’azienda vitivinicola:
- Settore campagna: costo di gestione del vigneto costo di produzione dell’uva
- Settore cantina: costi di affinamento, invecchiamento e costi di imbottigliamento e confezionamento costo di produzione del prodotto finito
- Settore commerciale: analisi delle vendite per prodotto e mercato – costi della logistica – costi di comunicazione e mkt – costi commerciali marginalità per prodotto e per mercato
- Settore finanziario; monitoraggio e costo della Posizione Finanziaria
Creare un nuovo prodotto, aprire un nuovo mercato, sostenere dei costi di natura promozionale, accettare un nuovo contratto con la Grande Distribuzione, fare o meno un nuovo investimento, sono opportunità tattiche ma anche strategiche che devono essere valutate con numeri fedeli.
Il lavoro del controller è dunque quello di creare un set di informazioni di carattere gestionale con un’ottica, con strumenti e con interlocutori diversi rispetto a quelli del bilancio civilistico e della contabilità generale; in fin dei conti quest’ultima risponde ad esigenze civilistico-fiscali ma non a quelle “gestionali”.
Un ulteriore aspetto fondamentale di questa disciplina è quello della programmazione. Pianificare, nel breve e nel medio lungo termine, significa darsi un obiettivo, tracciare una rotta evitando errori strategici (come quelli del disallineamento fra le dinamiche commerciali e quelle produttive).
Il business dell’azienda vitivinicola impone questa esigenza in virtù di un ciclo finanziario molto lungo; basti pensare al tempo che intercorre dall’impianto delle vigne, all’inizio della loro produzione, alla vinificazione ed affinamento delle masse, all’imbottigliamento ed al confezionamento dei prodotti, alla loro vendita ed ai successivi tempi di riscossione sui diversi mercati internazionali. Tutte dinamiche che determinano l’andamento dei flussi finanziari.
Anche una piccola azienda ha bisogno di queste informazioni?
Certamente. All’interno di un contesto dominato da forti tensioni ed instabilità, operare con consapevolezza e tempestività può essere determinante. La riduzione dei consumi di vino a livello mondiale, il contesto internazionale reso incerto dai conflitti bellici e dall’attuale questione dei dazi e le conseguenze del cambiamento climatico renderanno il mercato ancor più concorrenziale. La possibilità di disporre degli strumenti per programmare ed analizzare il proprio business all’interno di questo contesto consegnerà alle aziende dotate di controllo di gestione un vantaggio competitivo importante. Se internamente non ci sono le risorse per dedicare una persona a questa funzione, si può esternalizzare la funzione prevedendo sessioni periodiche di lavoro volte a programmare e ad analizzare le prestazioni.
E’ ormai semplice disporre di sistemi informativi che consentano di registrare i dettagli necessari ma è essenziale che ci sia qualcuno (internamente o esternamente) che utilizzi una corretta metodologia per aggregarli, restituendo alla proprietà/management situazioni consuntive e/o prospettiche sulle quali fondare la strategia aziendale.
Quali sono gli errori più comuni commessi dalle piccole aziende senza un controllo di gestione?
Spesso, pur raccogliendo i dati fondamentali, senza un impianto contabile adeguato si rischia di considerare soltanto parzialmente le dinamiche aziendali:
- Sottostimare costo di produzione non considerando la totalità dei costi produttivi
- Conseguente difficoltà nel valutare la marginalità del portafoglio aziendale e dei vari mercati
- Disallineamento fra capacità produttiva e capacità di vendita
- Difficoltà di prevedere i risultati aziendali ed i flussi finanziari
Ecco perché, sulla base di quanto sopra, adesso più che mai, è fondamentale disporre di un sistema di “controllo di gestione” efficace.
Ringraziamo Francesco Mangani e Duccio Fagnani per l’intervista!