La sostenibilità nel mondo del vino: cosa significa e come riconoscere le aziende sostenibili
Sentiamo parlare spesso di sostenibilità nel mondo del vino, ma cos’è e cosa significa? È la strada che le aziende vitivinicole dovrebbero percorre? Facciamo un po’ di chiarezza insieme.
La sostenibilità nel mondo del vino è un paradigma virtuoso sempre più rilevante, poiché interessa tutta la filiera, dalla produzione alla trasformazione, e risponde alle aspettative dei consumatori.
Quindi, quando parliamo di viticoltura sostenibile ci riferiamo a un insieme di pratiche rispettose dell’ambiente, socialmente eque e orientate a sostenere un tessuto produttivo ed economicamente competitivo. Un approccio che si è reso indispensabile per rispondere all’impatto negativo delle minacce esterne, come il cambiamento climatico, l’esposizione all’inquinamento dell’aria e la scarsa disponibilità di acqua ed energia.
L’introduzione di pratiche sostenibili in vigna e in cantina consente di ridurre i consumi energetici, mantenere il suolo sano e proteggere la qualità dell’aria e dell’acqua. Ma non solo, migliora le relazioni con i dipendenti e le comunità, preservando gli ecosistemi locali e ottimizzando la vitalità economica delle aziende vitivinicole.
Dunque, stiamo per affrontare un argomento molto rilevante nel mondo del vino, con profonde e variegate implicazioni. Vediamo insieme cosa significa “sostenibilità”, su quali pilastri si erge e come riconoscere le aziende vinicole sostenibili.
Cosa si intende per sostenibilità in viticoltura
Quando parliamo di sviluppo sostenibile in termini generici, ci riferiamo a una produttività capace di raggiungere gli obiettivi presenti. Ovvero, soddisfare le necessità attuali, senza intaccare le risorse che saranno a disposizione delle generazioni future.
Queste poche parole, che spiegano semplicemente quali sono i fondamenti di una produzione etica, aprono il dibattito su un approccio ben preciso. Per raggiungere questi obiettivi è necessario agire in modo concreto e organizzato. Ossia, basare le proprie azioni su una radicata conoscenza del territorio in cui si opera, consapevoli che uno sfruttamento sistematico delle risorse disponibili possa portare a un rapido consumo delle opportunità.
Il settore vitivinicolo promuove ormai da anni modelli di business sostenibili. Chi lavora nella filiera produttiva del vino sa quanto la salute dei vitigni dipenda da una corretta gestione delle risorse naturali. Tuttavia, non ci si può fermare al lavoro sulla terra. La sostenibilità nel mondo del vino è un progetto che si dipana lungo tutte le fasi di vita della bottiglia: dalla coltivazione dell’uva alla produzione del vino, passando per l’imbottigliamento e la distribuzione, fino ad arrivare nelle case dei consumatori.
Limitare l’uso di pesticidi e regolamentare la fermentazione in cantina, non sono azioni sufficienti. Un vino sostenibile può essere prodotto solo mantenendo degli standard ambientali, sociali ed economici in grado di:
- invertire il processo di impoverimento delle risorse;
- creare un contesto capace di rinnovarsi e autoalimentarsi.
Dunque, la sostenibilità nel mondo del vino è un processo mutevole, che si poggia sui 3 pilastri della sostenibilità, per offrire alle aziende vitivinicole una visione prospettica e di sviluppo generazionale dell’attività d’impresa.
#1 Sostenibilità ambientale in viticoltura
Sostenibilità ambientale nel mondo del vino significa tutelare le coltivazioni con un occhio di riguardo alla biodiversità e agli equilibri dell’ecosistema naturale. Questo vuol dire anche evitare interventi invasivi, orientati a massimizzare la produttività a discapito dell’ambiente.
Dopotutto, preservare la capacità dell’ambiente di fornire risorse è di vitale importanza. E allo stesso modo lo è la pianificazione e lo sviluppo di strategie di gestione e smaltimento degli scarti da produzione e dei rifiuti. Solo con un approccio sinergico sarà possibile mantenere un equilibrio tale da garantire una produzione vinicola sana e sostenibile.
#2 Sostenibilità sociale in viticoltura
È fondamentale che l’azienda vitivinicola operi nel pieno rispetto delle persone che lavorano nella filiera produttiva, garantendone la dignità, la libertà e la qualità della vita. Un approccio etico alla sostenibilità sociale si estende non solo ai professionisti che operano nel mondo del vino, ma anche alle persone che vivono il territorio in cui le cantine operano. Infine, arriva a coinvolgere i consumatori finali, ai quali è imprescindibile garantire il consumo di prodotti di qualità che, in in nessun modo, possano comprometterne la salute.
#3 Sostenibilità economica in viticoltura
La priorità per un’azienda vitivinicola è guadagnare dalle proprie attività per potersi sostenere economicamente e retribuire i propri dipendenti. Non potrebbe essere altrimenti. Tuttavia, questo obiettivo dovrebbe essere perseguito sempre in accordo con i principi di sostenibilità ambientale e sociale.
Dunque, la sostenibilità nel mondo del vino deve orientarsi verso politiche aziendali votate all’innovazione tecnologica, all’ottimizzazione dei costi e alla riduzione degli sprechi. Tutti aspetti implementabili nel rispetto della relazione simbiotica tra ambiente, prodotto ed essere umano.
I vantaggi ecologici ed economici della sostenibilità nel mondo del vino
La sostenibilità nel mondo del vino è un’esigenza sempre più sentita. Sono molte le aziende vitivinicole che stanno investendo in ricerca scientifica e nuove strumentazioni per migliorare la produttività proprio in termini di sostenibilità.
Dopotutto, i benefici di una produzione etica sono immediatamente tangibili e misurabili nei prospetti di business, poiché consentono una migliore qualità del prodotto e aprono a una visione di produttività dei vitigni lungimirante. Senza dimenticare l’aspetto reputazionale che, se percepito come positivo, si traduce in un migliore posizionamento sul mercato.
I consumatori sono sempre più attenti a quanto indicato nelle etichette. Cresce il loro interesse verso i prodotti delle aziende vitivinicole che investono in sostenibilità e tengono conto delle attenzioni che la cantina ripone nel rispetto dell’ambiente e delle persone. Nonché considerano fondamentali le azioni intraprese nella valorizzazione del territorio e nella trasparenza dei processi produttivi.
Insomma, le persone amano sapere cosa versano nei loro bicchieri e vogliono avere la garanzia di consumare un prodotto che rispetti l’ecosistema in cui vivono.
Come riconoscere le aziende vitivinicole davvero sostenibili?
Per essere considerata un’azienda virtuosa e presentare sul mercato prodotti riconosciuti come sostenibili, non basta impostare una narrazione di valori green e produrre vino biologico.
Lo storytelling è uno strumento molto potente per posizionare il proprio brand e farsi conoscere dal pubblico, è una delle strategie di marketing del vino più efficaci. Ma la narrazione deve essere supportata da reali politiche aziendali che confermino la veridicità dei valori di cui il marchio si fa promotore.
Purtroppo, non c’è ancora una normativa comunitaria che regola il settore vitivinicolo dal punto di vista della sostenibilità. Ma ci sono degli standard ben precisi che vengono valutati da enti accreditati e abilitati al rilascio di un’idonea certificazione.
Sostenibilità nel mondo del vino: le certificazioni italiane
Nel 2011 il Ministero della Transizione Ecologica ha istituito il programma VIVA, per promuovere la sostenibilità nel mondo del vino nazionale. Lo scopo è quello di sviluppare un modello produttivo che abbia, tra i requisiti fondamentali, il rispetto dell’ambiente e la valorizzazione del territorio. In questo modo, è possibile offrire ai produttori di vino italiani una maggiore tutela e nuove opportunità di mercato, soprattutto all’estero.
Il sistema di certificazione VIVA si basa su 4 indicatori. Sono dei parametri convenzionali attraverso cui misurare le prestazioni aziendali e avere un metodo di raccolta dei dati univoco, sintetico e standardizzato, per valutare l’idoneità alla certificazione. Questi indicatori sono:
- indicatore aria – misura l’Impronta Climatica di Prodotto (CFP – Carbon Footprint of a product), si basa sul ciclo di vita di una bottiglia da 0,75 litri, divisa in 5 fasi, dal vigneto al packaging, dalla cantina alla distribuzione, fino al consumo. Monitorare questo ciclo permette al produttore di individuare quali processi hanno un maggiore impatto ambientale e dove si possa intervenire per ridurlo. Inoltre, questo indicatore misura le emissioni generate dalle attività aziendali che hanno un maggiore impatto sul clima. In pratica, si tratta di un inventario dei gas ad effetto serra (GHGI).
- Indicatore acqua – monitora l’eventuale impatto ambientale dovuto all’uso di acqua dolce, sia quella consumata e inquinata in vigneto che in cantina. La misura di riferimento è sempre la bottiglia da 0,75 litri.
- Indicatore vigneto – come suggerisce il nome, le analisi si concentrano sugli interventi diretti in coltivazione. Influiscono su questa valutazione l’uso di agrofarmaci e la misurazione delle conseguenze che il loro impiego ha sulle risorse idriche e sul suolo. Con questo parametro vengono misurati anche l’impatto sulla biodiversità, il grado di sfruttamento del suolo e la fertilità dello stesso. Può far riferimento a tutta la superficie aziendale (Azienda sostenibile), oppure alla sola porzione dedicata a un prodotto specifico (Vino sostenibile).
- Indicatore territorio – con questo parametro si prendono in considerazione le politiche di sostenibilità relative al paesaggio, sia da un punto di vista sociale che economico. Le politiche aziendali hanno un impatto tangibile non solo sulle biodiversità, poiché operano influenzando economicamente gli equilibri della comunità locale. Per questo motivo, devono soddisfare i requisiti che garantiscano il rispetto dei principi guida delle Nazioni Unite su Impresa e Diritti Umani.
Attualmente, in Italia sono 4 i programmi regionali che utilizzano gli indicatori VIVA per misurare le prestazioni di sostenibilità delle aziende vitivinicole:
- SOStain, in Sicilia.
- VITA, in Piemonte.
- PROiNOS, in Veneto.
- FVG Viticoltura Sostenibile, in Friuli Venezia Giulia.
Sostenibilità nel mondo del vino: certificazione Equalitas
Infine, da un progetto di ricerca che ha visto coinvolti università e imprese, nel 2015 è nato lo standard di certificazione dell’Equalitas. Anche questo sistema di valutazione della sostenibilità delle aziende vitivinicole si basa sugli indicatori convenzionali:
- sostenibilità ambientale – misura impronta carbonica, biodiversità e impronta idrica;
- sostenibilità economica – promuove le buone pratiche di gestione economica dell’azienda, dei dipendenti e dei fornitori;
- sostenibilità sociale – regolamenta i rapporti con i lavoratori, i piani di formazione del personale, le relazioni con il territorio e le comunità locali.
I sistemi di certificazione riconosciuti in Italia consentono ai consumatori di scegliere tra le bottiglie a scaffale quelle di aziende vitivinicole che si impegnano a preservare valori in cui loro stessi credono: rispetto dell’ambiente e del capitale umano, valorizzazione del territorio e massima trasparenza.
Sostenibilità nel mondo del vino: un investimento per il wine business del futuro?
Il primo passo verso un approccio sostenibile della produzione enologica è avere consapevolezza dei vantaggi oggettivi che l’azienda otterrebbe impostando la propria filiera secondo principi etici.
Ridurre l’impatto del proprio lavoro su ambiente, territorio e persone permette di investire e scommettere sulla longevità della propria attività. Quindi, non si tratta solo di un vantaggio legato al marketing diretto e alle prospettive di vendita. Con la giusta lungimiranza, un imprenditore vitivinicolo può rendersi conto che l’attenzione per la sostenibilità non è una moda da cavalcare, ma un’esigenza sempre più dai consumatori.
Dunque, ottenere le certificazioni di sostenibilità nel mondo del vino non è un’esigenza legata all’applicazione di un logo sull’etichetta. Bensì, è la riprova che il proprio lavoro ha un valore che va oltre il prodotto: racchiusi in una bottiglia di vino coesistono passione per il territorio e tradizione, nel rispetto delle risorse che la natura ci mette a disposizione.
Preservare il territorio e garantire elevati standard di viticoltura sostenibile richiede adeguate competenze, impegno costante e un’efficace comunicazione. Servono professionisti in grado di supportare le aziende in un processo di transizione complesso, ma che può essere un elemento differenziante e vincente sul mercato.
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